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INDULGENZE DELL’ANNO GUBILARE

 

Durante l'Anno Giubilare abbiamo accesso alla grazia di Dio: l'indulgenza plenaria. Può essere ottenuto a determinate condizioni. Questi sono:

- lo stato di grazia santificante e la mancanza di qualsiasi attaccamento al peccato

- Santa Comunione

- preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre.

 

Oltre a queste condizioni di base, ci sono anche le pratiche di anniversario. Con questo termine si deve intendere una qualsiasi delle tre attività menzionate di seguito (naturalmente, per ottenere l'indulgenza, è sufficiente una di queste opere).

La prima è un pellegrinaggio al luogo del giubileo, cioè alla chiesa del giubileo.

La seconda opera è la semplice visita alla chiesa indicata, abbinata alla preghiera e al tempo dedicato all'adorazione. Nella nostra zona (quattro):

- Durmersheim, Wallfahrtskirche Maria Bickesheim, Hauptstraße 151, 76448 Durmersheim

- Gaggenau-Moosbronn, Wallfahrtskirche Maria Hilf, Herrenalber Str. 14, 76571 Gaggenau

- Oberkirch, Seminar - und Bewegungshaus Schönstatt-Zentrum – Marienfried, Bellensteinstraße 25, 77704 Oberkirch/Renchtal

- Ottersweier, Wallfahrtskirche Maria Linden, Lindenstr. 26, 77833 Ottersweier

La terza sono le opere di misericordia e di penitenza, cioè la partecipazione a missioni, ritiri, incontri di formazione, la visita e la dedizione del tempo ai fratelli nel bisogno, in situazioni difficili (malati, carcerati, persone sole, anziani e disabili) e qualsiasi azione che esprima lo spirito di penitenza (ad esempio il digiuno o l'astinenza). Come sottolinea Papa Francesco, durante la Quaresima è importante offrire sostegno materiale ai poveri.

Per ottenere l'indulgenza giubilare, anche due volte nello stesso giorno, è necessario soddisfare alcune condizioni fondamentali e compiere una delle opere giubilari (pellegrinaggio/visita/opera di misericordia o penitenza). Questa seconda indulgenza deve essere offerta per le anime dei defunti dopo aver ricevuto nuovamente la Santa Comunione in quel giorno.

 

 

 

Da Karlsruhe a Roma:

pellegrinaggio di soglie, speranze e libertà

 

30 settembre - Trento

La mattina del 30 settembre ci siamo messi in cammino verso l’Italia, lasciandoci alle spalle la quotidianità per entrare in un tempo di pellegrinaggio, di ascolto e di fede rinnovata.

Arrivare a Trento ha avuto un valore simbolico profondo in quanto ha ospitato il Concilio di Trento, un momento decisivo per la Chiesa, in cui la fede si è rinnovata e l’unità in tempi di divisione, con la Riforma di Lutero, si è riaffermata. Aver passeggiato per Trento è stato come vivere in una città rimasta immutata nel tempo. Le sue strade custodiscono la storia e i palazzi raccontano la fede che resiste. Siamo passati accanto alla Fontana di Nettuno, emblema della città e abbiamo visitato la Basilica di San Vigilio, luogo di raccoglimento e silenzio. In quella cornice abbiamo sentito che il nostro pellegrinaggio cominciava davvero, il cuore si apriva al cammino e la mente si disponeva all’ascolto.

1 ottobre - Alfonsine e Ravenna

La mattina del 1° ottobre siamo stati accolti con calore dalla parrocchia di Don Stanislao ad

Alfonsine. Per molti anni responsabile delle missioni salesiane, Don Stanislao ha presieduto la Messa, durante la quale ha ricordato Santa Teresa di Gesù Bambino, patrona delle missioni, una santa la cui fede, libera e sconfinata, le permetteva di amare senza limiti e di raggiungere il mondo intero con la preghiera e con il cuore.

Alfonsine, ci ha spiegato Don Stanislao, è una terra dalla storia complessa. Nei secoli passati le chiese sono state saccheggiate e con il tempo si è radicata una certa distanza dal sacro. È rimasta una diffidenza verso la parola della fede, ma proprio qui, in questa resistenza, nasce la sfida della missione. La sua testimonianza ci ha toccato poichè seminare la Parola dove il terreno sembra arido è un atto di libertà, di fiducia e di amore.

Dopo la celebrazione ci siamo diretti a Ravenna, la città dei mosaici e Patrimonio dell’UNESCO. In questa città la fede si legge nelle pietre e nella luce. I mosaici non sono solo decorazione ma Vangelo in immagini raccontando Cristo, i Santi, la Chiesa e la storia della salvezza.

Abbiamo visitato la Cappella di Sant’Andrea, il Battistero Neoniano, Sant’Apollinare Nuovo, il Battistero degli Ariani, la Basilica di San Vitale, la Basilica di San Francesco e la tomba di Dante. Davanti a quei mosaici, così vivi e luminosi, abbiamo percepito la continuità tra fede, arte e storia in cui ogni tessera è parte di un disegno più grande, come ognuno di noi lo è nella comunità cristiana. Nel pomeriggio abbiamo visitato i dintorni e vissuto momenti di fraternità, mentre la sera si è conclusa con un incontro conviviale, una serata semplice, di amicizia e di condivisione.

 

2 ottobre – Alfonsine, Bologna e Viterbo 

La mattina del 2 ottobre Don Waldemar e Don Stanislao, legati dal trascorso comune dai Salesiani, hanno celebrato la Messa ad Alfonsine come segno di comunione e continuità nel cammino.  La giornata è proseguita a Bologna, città universitaria e ricca di storia. Nella Basilica di San Petronio, patrono di Bologna, luogo dove scienza e fede dialogano, è tracciata nel pavimento la meridiana, un tempo la più grande del mondo, un capolavoro di precisione, segno di come il tempo e la luce si mettano al servizio della fede, ricordandoci che Dio è Signore anche del tempo e della materia. La sera siamo giunti a Viterbo, chiamata la “città dei Papi” perché nel XIII secolo è stata sede pontificia. Proprio qui nel Palazzo dei Papi si è tenuto nel 1268-1271 il primo Conclave della storia, dopo una lunghissima elezione durata quasi 3 anni.

 

3 ottobre – Viterbo, Caprarola e Roma

Il giorno seguente a Viterbo abbiamo visitato il centro storico, la città sotterranea, la Basilica di San

Lorenzo e la chiesa di San Giovanni Battista, la cui volta centrale affrescata da Giuseppe Rosi nel 1756 rappresenta l’Empireo, ovvero il cielo della gloria con angeli e beati su nuvole protesi verso la luce celeste. Rosi era maestro nell’uso della prospettiva illusionistica, cioè quella tecnica pittorica che attraverso giochi di luce e linee, crea l’illusione di uno spazio tridimensionale su una superficie piana. Nella chiesa le finte colonne dipinte lungo le pareti e la volta sembrano muoversi e inclinarsi mentre il visitatore cammina nella navata, l’occhio percepisce un leggero spostamento della prospettiva, come se le colonne ruotassero per seguire lo sguardo.

Nel nostro pellegrinaggio guardare questo affresco ci ha invitati a elevare il cuore verso Dio e ad alzare lo sguardo oltre le cose terrene.

Proseguendo abbiamo raggiunto Caprarola, dove si erge il maestoso Palazzo Farnese voluto dal cardinale Alessandro Farnese il Giovane. Le sue proporzioni armoniose e la sua bellezza ci hanno ricordato che l’arte quando è ordinata alla gloria di Dio diventa preghiera in forma di pietra.

La sera siamo giunti all’ultima tappa del pellegrinaggio, a Roma. Abbiamo festeggiato tutti insieme il compleanno di un fratello di viaggio, cantando insieme canzoni italiane accompagnati da una chitarra dal vivo, un momento di fraternità autentica e gioiosa, preludio alla meta tanto attesa.

 

4 ottobre – Roma, Sant’Oreste e Santuario del Divino Amore

Il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, si è aperto con la Messa celebrata da Don Waldemar nella cappella dell’albergo, ci siamo poi diretti in Piazza San Pietro per l’udienza giubilare con il Santo Padre. Il Papa ha parlato del coraggio di Santa Chiara d’Assisi invitando tutti a non rimanere neutrali nella vita:

“Chiara si è schierata, ha scelto Cristo. Anche noi siamo chiamati a scegliere da che parte stare.”

Ha ricordato che sperare significa proprio questo, prendere posizione per il bene, come Chiara fece nella sua radicale libertà evangelica. La speranza non è quindi attesa passiva, bensì decisione attiva, libertà incarnata.

Nel pomeriggio ci siamo spostati a Sant’Oreste, ai piedi del Sacro Monte dei Romani, dove abbiamo pranzato in fraternità.  

Abbiamo continuato il nostro pellegrinaggio visitando il Santuario del Divino Amore situato poco fuori Roma, sorto intorno all’immagine miracolosa della Madonna che nel 1740 salvò un pellegrino minacciato dai cani invocando il suo aiuto. Il santuario è da allora meta di preghiera e di grazie. Entrando nella chiesa si rimane colpiti dalle innumerevoli tavolette votive, segni concreti della gratitudine di coloro che hanno sperimentato un miracolo o una grazia particolare.

Nel nostro pellegrinaggio questo luogo ci ha accolti con un silenzio pieno di pace, immerso nella natura che lo circonda. Qui abbiamo recitato insieme il rosario all’aperto, lasciandoci avvolgere da un senso di raccoglimento e serenità. Il Divino Amore si è rivelato così non solo come santuario di miracoli ma anche come spazio di rinnovamento interiore, dove la fede si respira e la presenza di Maria si fa vicina e materna.

La sera, riuniti nella sala dell’albergo, dopo aver pregato San Francesco, abbiamo vissuto un momento di intensa condivisione in cui ognuno ha espresso ciò che aveva toccato il proprio cuore durante il pellegrinaggio. È stato un momento commovente e di grazia profonda in cui la fede è diventata racconto e comunione.

 

5 ottobre - Roma e Sacrofano

La mattina del 5 ottobre abbiamo partecipato alla Santa Messa e all’Angelus del Papa in Piazza San Pietro. Eravamo vicinissimi all’altare, a pochi metri da Lui, un’esperienza di grazia e di comunione con la Chiesa universale. Il Papa ha parlato della speranza cristiana come impegno concreto e del Giubileo come occasione per rinnovarsi nella fede e nella missione. In tale occasione ha richiamato all’importanza della vocazione missionaria della Chiesa, che non significa solo l’invio di missionari lontano bensì anche accogliere i migranti che cercano rifugio e speranza promuovendo una cultura di fraternità che va oltre i pregiudizi e gli stereotipi.

Nel pomeriggio abbiamo vissuto il momento più significativo del nostro pellegrinaggio: il passaggio della soglia nella Basilica di San Paolo fuori le Mura.

Attraversare la Porta Santa è stato come rivivere in prima persona il senso profondo del Giubileo, attraversare la misericordia di Dio, lasciare dietro di sé il peso e ripartire leggeri. La Porta Santa, simbolo del Giubileo per antonomasia, segno che apre all’indulgenza, alla riconciliazione e al nuovo tempo di grazia, ci ha ricordato che la libertà cristiana è quella di chi entra in Cristo come “porta”, trovando salvezza, uscita e pascolo (Giovanni 10), scelto non per imposizione ma con cuore libero.

Dopo questo momento di grazia ci siamo diretti a Sacrofano, dove sorge la parrocchia che per tanti anni ha ospitato Don Waldemar. Abbiamo cenato insieme in un locale rincavato in una grotta, tra racconti e risate, una chiusura perfetta per un cammino vissuto con fede e amicizia.

 

6 ottobre - il ritorno a Karlsruhe

La mattina seguente siamo ripartiti verso Karlsruhe. Non solo verso le nostre case ma verso la vita di ogni giorno, consapevoli che il pellegrinaggio non è finito, continua in ciascuno di noi ogni volta che scegliamo di aprire una porta, di varcare una soglia, di servire con libertà e speranza.

 

Con affetto Tamara Zorretti e Francesco Patrone 

 

UFFICIO

Aperto al pubblico: Martedì e Venerdì dalle ore 8:00 alle ore 12:00 o su appuntamento;

Telefonicamente: +49(0)72437655585 da Lunedì a Venerdì dalle ore 8:00 alle ore12:00 e dalle ore 14:00 alle ore 16:00.

Via E-mail: missionekarlsruhe@gmail.com

 

 

 

CELEBRAZIONI e APPUNTAMENTI

 

Per la Santa Confessione ci si può accostare dopo ogni Santa Messa domenicale o altra celebrazione liturgica settimanale oppure fissando un appuntamento con il sacerdote.

 

 

Martedì,14 ottobre 2025

Karlsruhe, SANTO ROSARIO , ULF, ore 19:00

 

Mercoledì, 15 ottobre 2025

Rastatt, SANTO ROSARIO , Bernharduskirche, ore 19:00

 

Sabato, 18 ottobre 2025

PELLEGRINAGGIO  PER IL GIUBILEO

A MOOSBRONN, Wallfahrtkirche, ore 15:00

Arriviamo con i mezzi propri.

 

Domenica, 19 ottobre 2025

Karlsruhe, SANTA MESSA , ULF, ore 11:45

Rastatt, SANTA MESSA ore 18:00

 

Martedì, 21 ottobre 2025

Karlsruhe, SANTO ROSARIO , ULF, ore 19:00

 

Mercoledì, 22 ottobre 2025

Rastatt, SANTO ROSARIO , Bernharduskirche, ore 19:00

 

Domenica, 26 ottobre 2025

Karlsruhe, SANTA MESSA , ULF, ore 11:45

Rastatt, SANTA MESSA ore 18:00

 

Martedì, 28 ottobre 2025

Karlsruhe, SANTO ROSARIO , ULF, ore 19:00

 

Mercoledì, 29 ottobre 2025

Rastatt, SANTO ROSARIO , Bernharduskirche, ore 19:00

 

Sabato, 1 novembre 2025

TUTTI I SANTI

Karlsruhe, SANTA MESSA , ULF, ore 11:45

Rastatt, SANTA MESSA ore 18:00

 

Domenica, 2 novembre 2025

Karlsruhe, SANTA MESSA , ULF, ore 11:45

Rastatt, SANTA MESSA ore 18:00

 

 

SPES NON CONFUNDIT

Bolla di indizione
del Giubileo Ordinario
dell’Anno 2025

FRANCESCO

VESCOVO DI ROMA
SERVO DEI SERVI DI DIO
A QUANTI LEGGERANNO QUESTA LETTERA
LA SPERANZA RICOLMI IL CUORE

1. «Spes non confundit», «la speranza non delude» (Rm 5,5). Nel segno della speranza l’apostolo Paolo infonde coraggio alla comunità cristiana di Roma. La speranza è anche il messaggio centrale del prossimo Giubileo, che secondo antica tradizione il Papa indice ogni venticinque anni. Penso a tutti i pellegrini di speranza che giungeranno a Roma per vivere l’Anno Santo e a quanti, non potendo raggiungere la città degli apostoli Pietro e Paolo, lo celebreranno nelle Chiese particolari. Per tutti, possa essere un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, «porta» di salvezza (cfr. Gv 10,7.9); con Lui, che la Chiesa ha la missione di annunciare sempre, ovunque e a tutti quale «nostra speranza» (1Tm 1,1).

 

Per leggere il testo intero clicca qui

 

 

 

 

LETTERA ENCICLICA

DILEXIT NOS

DEL SANTO PADRE

FRANCESCO

SULL’AMORE UMANO E DIVINO

DEL CUORE DI GESÙ CRISTO

 

1. «Ci ha amati», dice San Paolo riferendosi a Cristo (Rm 8,37), per farci scoprire che da questo amore nulla «potrà mai separarci» (Rm 8,39). Paolo lo affermava con certezza perché Cristo stesso aveva assicurato ai suoi discepoli: «Io ho amato voi» (Gv 15,9.12). Ci ha anche detto: «Vi ho chiamato amici» (Gv 15,15). Il suo cuore aperto ci precede e ci aspetta senza condizioni, senza pretendere alcun requisito previo per poterci amare e per offrirci la sua amicizia: Egli ci ha amati per primo (cfr 1 Gv 4,10). Grazie a Gesù «abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi» (1 Gv 4,16). I. L’IMPORTANZA DEL CUORE 2. Per esprimere l’amore di Gesù si usa spesso il simbolo del cuore. Alcuni si domandano se esso abbia un significato tuttora valido. Ma quando siamo tentati di navigare in superficie, di vivere di corsa senza sapere alla fine perché, di diventare consumisti insaziabili e schiavi degli ingranaggi di un mercato a cui non interessa il senso della nostra esistenza, abbiamo bisogno di recuperare l’importanza del cuore. [1] Cosa intendiamo quando diciamo.... clicca qui sotto per leggere. 

https://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/20241024-enciclica-dilexit-nos.pdf

 

MADONNA DELLA MISSIONE

Prega per noi

Liturgie del Vaticano

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